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Amare e fare sesso nel XXI secolo11 min read

Amare e fare sesso nel XXI secolo

Come le app di dating, la pandemia e il mercato del desiderio hanno plasmato il nostro modo di rapportarci al sesso

di Lucia Antista

Nei salotti borghesi francesi di fine secolo si era diffuso un formulario per conoscersi: il “Questionario di Proust”. È stato chiamato così in onore del celebre scrittore francese, perché dopo la sua morte lo psicanalista André Berge, figlio di una sua amica, fece pubblicare le sue risposte su una rivista dell’epoca. 

Queste domande esistenziali (Cosa sogni per la tua felicità? Qual è la qualità che apprezzi in un uomo e in una donna?) consentivano di entrare in intimità, e anche se scrivere su un libretto quali sono le eroine che ci ispirano, o il nostro peggior difetto, ci può sembrare preistoria relazionale in realtà si tratta di un modello tuttora in voga per le interviste giornalistiche.

Anche l’app di dating Bumble suggerisce agli utenti di rispondere a delle domande pre-impostate che si rifanno al questionario proustiano, sono utili per riempire il profilo e come rompighiaccio dopo il match.

Per entrare in connessione con l’altro dobbiamo conoscerlo e per farlo abbiamo bisogno di comunicare, porre delle domande e ovviamente ascoltare le risposte. Nelle analogie e perfino nelle differenze si creano legami e connessioni.

Non è mai stato facile ma nella nostra società, come aveva ammonito Zygmunt Bauman, l’amore è liquido e le relazioni umane sono intrappolate tra le nostre inconciliabili esigenze di sicurezza e libertà.

Oramai la coppia non è più il centro esistenziale, lo è più lindividuo ma anche se il partner non è la priorità, l’essere umano non può smettere di relazionarsi.
Il saggio “La fine dell’amore” di Tamara Tenenbaum è considerato un manifesto generazionale per coloro che mettono in discussione le strutture ereditate e cercano di costruire nuovi tipi di relazioni.

Da una parte ci sono i modelli tradizionali dallaltra i nuovi paradigmi, ma tra il vecchio e il nuovo soggiace una sorta di individualismo basato sul consumo e la competizione.
La filosofa argentina suggerisce una terza via affinché amore e sesso diventino lespressione libera di unesistenza gioiosa.
Una sfida che riguarda in larga parte millennial e generazione Z che si sono ritrovati con un palcoscenico diverso e tutti i riflettori puntati.

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Secondo quanto riportato dalla Bbc, la maggior parte degli utenti di OkCupid cercano relazioni tradizionali, ma nel 2021 quelli in cerca di relazioni non monogame sono aumentati del 7%. Ben 1 milione di utenti con sede nel Regno Unito hanno risposto alla domanda, ‘Considereresti di avere un rapporto aperto?’ e stando al sondaggio il 31% ha detto sì nel 2022, rispetto al 29% nel 2021 e 26% nel 2020.
La monogamia di un tempo non esiste (quasi) più, come spiega Tenenbaum, al suo posto c’è la monogamia seriale che consiste in multiple relazioni monogame successive, anche di breve durata, talvolta integrate da qualche affair segreto.

Si parla più di sesso e ci sono molti modi di entrare in contatto con forme di amore e sessualità diverse fra loro. Il che si traduce in più possibilità e meno tabù.

La soltería, termine che la scrittrice predilige al posto di singletudine, diventa uno stato di consapevolezza, una scelta, non una fase di impasse tra un legame e l’altro.
L’anarchia relazionale, invece, è un’altra forma di non-monogamia etica, si basa sul rifiuto di qualsiasi regola e aspettativa diverse da quelle che le persone coinvolte stabiliscono. Questo approccio incoraggia le persone a lasciare che i loro valori fondamentali guidino il modo in cui costruiscono i loro impegni relazionali anziché fare affidamento su norme sociali prestabilite e non personalizzate.

Tinder è vetrina luccicante dove ognuno può mostrare se stesso e i suoi desideri.
Le app di dating sono lo specchio della nostra società che da tempo si apre alle più differenti espressioni dell’eros.
Come il poliamore che è definito, in senso molto ampio, come “non-monogamia etica”: in sostanza, definisce chiunque si relazioni con più persone contemporaneamente, ma tutti i partner lo sanno e sono a proprio agio.

Non sono cambiati solo i paradigmi sentimentali ma anche il modo di incontrare e vivere le relazioni.
Sulla scia della rivoluzione tecnologica la pandemia ha contribuito a dare una sferzata al modo in cui molte persone incontrano i loro partner.
Da una parte le dating app sono state sdoganate definitivamente, dall’altra c’è un crescente bisogno di normalità e di stare offline.

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Se conoscere qualcuno a una festa rende forse più difficile ritrovarsi a fine serata con più di un numero di telefono in rubrica, social media e dating app rendono piuttosto agevole conoscere più persone contemporaneamente.
Per le generazioni Y e Z di conseguenza è piuttosto frequente uscire con più persone contemporaneamente e non necessariamente solo perché la base di partenza sono le dating app. Del resto Instagram is the new Tinder, dato che i social tradizionali offrono la possibilità di rompere il ghiaccio con molto meno mistero e in maniera “casuale” attraverso like tattici, reaction, messaggi. 

Sulla scia della rivoluzione tecnologica la pandemia ha contribuito a dare una sferzata al modo in cui molte persone incontrano i loro partner.

Il virtuale condiziona il reale e viceversa, l’approccio online è quasi imprescindibile, la maggior parte delle interazioni avverrà attraverso il cellulare e i social anche con qualcuno incontrato nella vita reale.
Le relazioni diventano così sempre più fluide e difficilmente collocabili nello spettro della monogamia o degli asset tradizionali ma ci sono diverse sfumature che rientrano nella casistica “qualcuno con cui fare sesso senza avere una relazione romantica”. 

La “One night stand” rappresenta il rapporto occasionale che non avrà bis mentre la sua evoluzione, la “booty call” prevede di inanellare una serie di incontri sessuali, in pratica una ONS che si ripete.
Ci sono poi gli “amici di letto”, quelli che sviluppano un legame amicale dopo una serie di incontri.
Non tutti sono interessati al sesso occasionale, “l’amicizia con benefici” garantisce in un certo qual modo la stabilità e si sviluppa a partire da un preesistente rapporto di amicizia.

Un’etichetta recente è la situationship, cioè quando non si è stabilito di avere una relazione ma allo stesso tempo non si sta semplicemente uscendo con qualcuno. Può essere una dinamica temporanea, tipica di chi è uscito con qualcuno per una manciata di appuntamenti, o può essere la definizione della relazione, cioè intimità senza troppo impegno.

Nuove formule che si inseriscono in uno scenario che non può non essere considerato.
I più giovani semplicemente non si concentrano intenzionalmente sull’amore, di fronte alla crisi climatica, un’economia instabile con un’inflazione in aumento e sconvolgimenti politici e sociali, i ragazzi sono più impegnati a ricercare la loro stabilità personale, professionale e finanziaria. 

Di conseguenza, le relazioni non tradizionali possono essere l’opzione migliore per i giovani che cercano di esplorare le loro identità romantiche e sessuali senza lasciare che altri impegni sociali e personali vadano in secondo piano. 

È innegabile che l’epoca in cui viviamo tende a influenzarci, le crisi epocali come la maggior apertura e lo sdoganato di molti tabù e proibizioni ci pone di fronte a molte più possibilità.
Alcuni reel di Tik tok, svelano il “dramma” di quando la tua cotta inizia una relazione, molti dei video hanno come point of view una ragazza fidanzata che perde l’attenzione della sua crush.

Il più delle volte sono ironici ma riflettono una tendenza specifica, normalizzare il fatto di provare attrazione per altri, un argomento piuttosto tabù.
C’è un’etichetta per tutto, quindi non è più neanche una questione di nomenclatura, il problema è capire che relazione si sta vivendo.
Definire è limitare, se stessi e gli altri, scegliere significa dover rinunciare a qualcosa e non tutti sono disposti a farlo, specialmente se assillati dalla ricerca della perfezione, così ogni possibilità richiama un numero infinito di aspettative che mette in dubbio il nostro quotidiano.

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Per questo si sente parlare di “mercato del desiderio”, perché le odierne relazioni sesso-affettive che sembrano così libere e individualiste rispondono in realtà alla logica del mercato, del decentramento e della disorganizzazione.
“È difficile resistere al mercato, amore mio” cantavano i Baustelle e sembra proprio la tag-line per le esperienze con l’altro della contemporaneità.
In una società dove la competizione e il consumismo sono riuscite a penetrare la sfera dell’intimità occorre ripensare le logiche sentimentali.
Anche se il futuro, come da sempre Darwin insegna, è di chi si sa adattare.


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Giornalista pubblicista, scrive di cultura, arte e attualità per diverse testate, tra cui Artribune e Artslife. Come autrice televisiva ha lavorato per i programmi di La7 e del gruppo Class editori.

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