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libri estate, Il libro della Luna

La verità sull’origine della Luna6 min read

La verità sull’origine della Luna

Un estratto da Il libro della Luna di Fatoumata Kébé, pubblicato in Italia da Blackie Edizioni.

Pubblichiamo un estratto da “Il libro della Luna” di Fatoumata Kébé, pubblicato per Blackie Edizioni. Ringraziamo l’autore e l’editore per la gentile concessione.

Quando era ancora una giovane stella, il Sole era circondato da un disco di gas e polveri da cui sarebbero nati i pianeti del nostro sistema solare. Quella nube è composta per il 70% da idrogeno, per il 28% da elio e da un 2% di elementi più pesanti, come l’ossigeno, il carbonio, l’azoto e il ferro. Nella regione dove si formerà il nostro pianeta, la temperatura oscilla tra gli 800 e i 1300 gradi. A quelle temperature tutto si fonde, eccetto alcuni materiali refrattari, come gli ossidi metallici, composti da un metallo e da ossigeno, e i silicati, ovvero minerali composti da un atomo di silicio e da un atomo di ossigeno che si trovano in gran parte delle rocce magmatiche. Sotto l’effetto delle forze gravitazionali, tutti questi materiali si scontrano tra loro creando aggregati che diventano sempre più massicci.

Cominciano così a costituirsi quelli che diventeranno i pianeti che conosciamo oggi. In diecimila anni, il più grande di loro raggiunge un diametro che arriva a malapena a cento chilometri. Non è molto. Giusto per intenderci: oggi la Terra ha un diametro di 12.742 chilometri, mentre quello della Luna è di 3474.

Centomila anni dopo, i pianeti più grandi hanno un diametro di mille chilometri e, progressivamente, si fondono per dare vita agli otto che possiamo osservare adesso: Mercurio, Venere, la Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno (li ho elencati in base alla distanza dal Sole). Ciò che è rimasto della nube ha generato la cintura asteroidale, bacino principale dei meteoriti.

Sulla Terra primitiva, all’epoca la temperatura raggiunge i 4700 gradi. Con il tempo, però, il nostro pianeta si raffredda: gli elementi più leggeri che lo compongono, come i silicati, risalgono verso la superficie, mentre quelli più pesanti, come il ferro, sprofondano nel suolo. 3,5 miliardi di anni fa, al centro della Terra primitiva si forma un nucleo di ferro che comincia a solidificarsi, e poco alla volta i silicati creano il mantello della futura Terra.

Ma la giovane Terra, che in quel momento ha appena 50 milioni di anni, sarà vittima di un evento sconvolgente. Mentre naviga sulla sua orbita, intorno al Sole si muove un altro astro, in un sistema dove le collisioni sono all’ordine del giorno. Si tratta di Theia, anch’essa costituita da un nucleo di ferro e da un mantello di silicati. La giovane Terra e Theia sono protagoniste di uno scontro frontale. In seguito alla collisione, la Terra inghiotte il nucleo di Theia, mentre il mantello di Theia e parte del mantello della Terra vengono proiettati nello spazio. I frammenti generano un anello che volteggia attorno alla Terra sconquassata. Theia viene completamente distrutta: la sua massa è tre volte inferiore a quella della Terra.

La violenza di quella collisione, quantunque silenziosa,  è all’origine anche delle elevate temperature che potrebbero aver causato la scomparsa di elementi volatili come il carbonio, l’azoto e l’idrogeno dalle rocce lunari. Si spiegherebbero così le notevoli differenze di composizione tra la Terra e la Luna, e soprattutto la scarsa percentuale di ferro che si trova in quest’ultima.

La violenza dello scontro ha verosimilmente provocato anche l’inclinazione dell’asse di rotazione della Terra rispetto al suo piano orbitale attorno al Sole. Ma cosa c’entra la Luna in tutto questo? La Luna si è formata a partire dai frammenti del mantello di Theia e della Terra. Con il tempo, i materiali che componevano l’anello si sono aggregati tra loro costituendo la Luna, anche se ben diversa da quella che conosciamo e osserviamo oggi, una Luna enorme e spaventosa! 

Oggi la Luna si muove a una distanza media di 380.000 chilometri dalla Terra, ma quasi 4,5 miliardi di anni fa era ad appena 25.000 chilometri, perciò ci sarebbe apparsa almeno quindici volte più grande. La sua superficie era ricoperta da vulcani in attività, e la forza mareale che esercitava sul nostro pianeta in piena ricostruzione ne aveva rallentato la velocità di rotazione: le giornate, che duravano cinque ore, si allungarono, passando a ventiquattro. La Terra aveva a sua volta fatto aumentare la velocità di rotazione della Luna, che di conseguenza si era allontanata. 

Questo particolare scenario, nato su impulso della conferenza del 1984 alle Hawaii, lascia però numerose questioni in sospeso.


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È un’astronoma, astrofisica e educatrice francese specializzata nel campo dell’inquinamento dello spazio nata a Montreuil nel 1985. Accanto al lavoro scientifico svolge un’importante attività di divulgatrice in Africa e nei quartieri poveri della Francia. Ha creato l’associazione Ephémérides, che organizza incontri per giovani senza possibilità di interessarsi alla scienza. È impegnata nella lotta contro le disuguaglianze e fa parte di Femmes & Sciences e Women in Aerospace, associazioni che promuovono un maggiore coinvolgimento delle donne nell’astronomia.

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