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font sul climate change

5 font sul climate change6 min read

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Quando il mondo del design tipografico si trasforma in uno strumento di riflessione sulla crisi climatica.

C’è una frase molto bella che una volta abbiamo sentito dire sull’arte del design tipografico ed è la seguente: «type is what meaning looks like», il carattere tipografico è la forma in cui si incarna il significato. Non potremmo essere più d’accordo. I font, infatti, rappresentano molto di più di una semplice forma stilistica, ma sono da sempre un potente strumento comunicativo carico di significato culturale e, spesso, in grado di raccontare la storia e la visione del mondo di chi lo ha creato. Non ci sorprende, quindi, che oggi i caratteri tipografici giochino un ruolo importante anche nella sensibilizzazione di temi centrali come l’ecosostenibilità e gli effetti cambiamento climatico, dimostrando il prezioso contributo che il mondo del design può apportare alla lotta alla crisi ambientale.

In quanto agenzia creativa, ci capita spesso di soffermarci a studiare e approfondire le interazioni del mondo del design tipografico con i fenomeni che animano la nostra società, per questo abbiamo deciso di iniziare a condividere con voi i risultati più interessanti delle nostre ricerche, partendo proprio da cinque font sul climate change.

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Ryman eco nasce dalla collaborazione tra il designer Dan Rhatigan e l’agenzia creativa Grey London con uno scopo ben preciso: quello di ridurre contemporaneamente la quantità di inchiostro utilizzata nella stampa del font e la quantità di superficie materiale necessaria per farlo. Il design del font, infatti, è stato realizzato per veicolare l’inchiostro in modo tale da evitarne la dispersione durante la stampa e, al tempo stesso, restituire un’illusione di pienezza del colore nella lettera in modo da coniugare il carattere funzionale e sostenibile del font con la necessità di realizzare un design di alto profilo estetico. Il risultato è un carattere tipografico gratuito in grado di consumare il 33% in meno d’inchiostro rispetto ai font più comuni, come l’Arial e il Times New Roman, e il 27% in meno della media dei font pensati con un approccio sostenibile.

Il cambiamento climatico non è un fenomeno astratto. Climate Crisis Font è il carattere tipografico sviluppato dal quotidiano finlandese Helsingin Sanomat allo scopo di rendere visibili gli effetti tangibili del cambiamento climatico sullo scioglimento dei ghiacciai. Il font, infatti, è un’OpenType variabile il cui peso corrisponde ai dati del NSIDC (National Snow and Ice Data Center) sullo scioglimento del ghiaccio artico nel lasso di tempo che va dal 1979 (anno in cui sono iniziate le registrazioni satellitari) al 2050. Proprio come i ghiacciai nel corso degli ultimi decenni, le lettere tendono a sparire e alleggerirsi nella progressione temporale: il peso più grande rappresenta l’estensione minima del ghiaccio artico registrata nel 1979, mentre quello più leggero rappresenta le previsioni dell’IPCC per il 2050, anno in cui si prevede che il ghiaccio dell’artico sarà ridotto al 30% dell’estensione rispetto al 1979.

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Un altro progetto di design tipografico molto interessante dal punto di vista del risparmio d’inchiostro, è sicuramente quello di Collletttivo, una fonderia digitale italiana nata con l’intento di mettere a disposizione gratuitamente i progetti tipografici più interessanti realizzati dal gruppo aperto ed eterogeneo di designer. Apfel Brukt è sicuramente uno di questi progetti: si tratta, infatti, della rivisitazione di un font già esistente, Apfel Grotezk, realizzato da Luigi Gorlero, su cui il collettivo ha lavorato allo scopo di ridurre la quantità di inchiostro necessaria alla sua stampa. Il risultato è un font dal forte impatto visivo, che preserva la sua ispirazione neo-grotesque risultando, al tempo stesso, alleggerito di alcune sezioni interne, allo scopo di risparmiare il 18% d’inchiostro in fase di stampa.

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Sempre più spesso si sente parlare di quali città finirebbero sott’acqua se gli effetti del cambiamento climatico dovessero continuare ad aumentare irreversibilmente l’innalzamento del livello dei mari e degli oceani. Secondo le previsioni, Venezia sarebbe la prima a sparire e non è un caso che sia proprio lei la protagonista della prima lettera del font Coastline Type, o meglio: ciò che resterebbe dopo la sua sommersione. Il carattere topografico realizzato dal graphic designer Johan Elmehag, infatti, riproduce in ogni sua lettera il contorno delle nuove aree costiere che si formerebbero a seguito della sparizione di intere città, basandosi su studi e simulazioni sull’innalzamento del livello delle acque per mostrare i cambiamenti disastrosi dello scioglimento dei ghiacciai sullo spazio geografico che conosciamo oggi.

Wind è il font sviluppato dalla designer Hansje van Halem allo scopo di gettare nuova luce su una delle risorse naturali più importanti (e spesso sottovalutate) del pianeta, il vento. Il font nasce per esplorare l’universo dell’espressione grafica trasformando un elemento naturale in uno strumento di esplorazione visiva. Infatti, oltre a offrire quattro stili statici ispirati alle quattro direzioni cardinali NE, SE, SW e NW, Wind include anche caratteri variabili in grado di eseguire una rotazione completa a 360º.

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