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Paura e delirio nel talking stage romantico16 min read

Paura e delirio nel talking stage romantico

C’è sempre qualcun* migliore dietro l’angolo virtuale?

di Beatrice Tura

Artowork di @patricia_tarczynski

Il mondo degli incontri online, quasi come quello dei videogiochi, prevede fasi, strategie, regole e trucchi. Il primo livello degli incontri online, come spesso accade negli incontri offline, consiste nel presentarsi a qualcuno e iniziare una conversazione. Mentre offline questa conversazione si intreccia inesorabilmente con l’incontro con la persona una prima volta, poi una seconda, una terza e così via, online questa conversazione è una fase a sé stante che si svolge prima di un incontro dal vivo e può andare avanti per mesi. Abili giocatori, la gen Z hanno dato un nome a questo stadio attribuendole una serie di regole, vantaggi, sentimenti e conseguenze: il talking stage. 

Il talking stage descrive specificamente l’intervallo di tempo che intercorre tra la prima volta che si rompe il ghiaccio con una persona online e la decisione di incontrarla di persona, senza garanzie che ciò avvenga. Sempre più frequentemente, infatti, questi stadi di conversazione si concludono più o meno bruscamente, senza culminare in un incontro dal vivo, lasciando spesso una delle due parti coinvolte in un limbo, facendogli subire che potremmo definire un “ghosting virtuale”.

Il talking stage descrive specificamente l’intervallo di tempo che intercorre tra la prima volta che si rompe il ghiaccio con una persona online e la decisione di incontrarla di persona, senza garanzie che ciò avvenga.

I tipi di interazioni che caratterizzano il talking stage consentono ai due interlocutori di conoscersi per facilitare poi un incontro dal vivo. Le conversazioni comportano un intenso scambio di informazioni su di sé, dalle più generali a quelle più personali, alle paure e ai desideri. L’obiettivo principale di questa fase consiste nel persuadere l’altro interlocutore della propria compatibilità per un incontro di persona, quindi di attrarlo. Allo stesso tempo, si valuta attentamente l’altro individuo per determinare se si è sufficientemente a proprio agio o interessati a incontrarlo di persona.

Il talking stage sembra essere a sua volta formato da stadi per quanto riguarda la modalità degli scambi: si può continuare a chattare dalla dating app dove ci si è incontrati  virtualmente per la prima volta o passare ad altre piattaforme, come WhatsApp o iMessage, Instagram, fino a conversazioni telefoniche o videochiamate. Ognuna di queste scelte dice qualcosa sul tipo di interesse che si sta sviluppando durante il talking stage, e a ognuna di esse sono legate sensazioni e paure diverse. Per esempio, spostare la conversazione su Instagram indica il desiderio di farsi un’idea complessiva di come la persona si presenta, non solo in termini di aspetto fisico, ma anche di scelte estetiche, di ciò che guarda e segue del mondo e così via. I sentimenti legati ad un talking stage su Instagram possono essere il desiderio di presentarsi bene e forse un certo grado di vanità e al contempo tempo l’ansia di apparire belli e interessanti.

WhatsApp e iMessage invece indicano un tipo di scambio più intimo e immediato, e quando la fase di conversazione arriva a questo livello, gli scambi aumentano di frequenza, creando quindi diverse ansie e aspettative: Quando risponderà? Risponderà? E giù a controllare il cellulare ogni cinque minuti…

Quando la conversazione si sposta su telefonate o videochiamate,  è un segnale di  un desiderio sempre più ardente di conoscere l’altro e di una maggiore intimità, ma serve anche a verificare se si è oggetto di catfishing, il tentativo di ingannare l’altro con una falsa identità.

Prospettive ed Esperienze della gen Z e gen Y

I media più tradizionali, come quotidiani e riviste, spesso affrontano il tema del talking stage e in generale dell’online dating, evidenziandone gli aspetti dolorosi, le tensioni e le sfide connesse. Alcuni articoli arrivano persino a paragonare tali dinamiche a forme di tortura. La gen Z invece si concentra su consigli pratici su come navigare la fase di conversazione e ridurre il dolore associato a tali esperienze. Queste diverse prospettive mettono in luce una disparità tra le generazioni precedenti e la Gen Z,  un divario di comprensione reciproca delle rispettive realtà. Mentre la gen Y trova compassione nei media tradizionali, la gen Z si rivolge ai social media per trovare utili consigli, vicinanza e comprensione.

La gen Z di fatti sembra essere la più fluida nei linguaggi del talking stage, dimostrando idee chiare su dove e come può andare male, su cosa fare e non fare, e uno spiccato senso dell’umorismo al riguardo. Il palco dove ciò avviene è soprattutto quello dell’app Tik Tok. Qui troviamo numerosi video postati da giovani ragazzi e ragazze che, per esempio, deridono le dinamiche ripetitive del talking stage e spiegano il dolore che si prova quando si interrompe, simile a quello della fine di una vera e propria relazione. L’attrice canadese Torri Webster, con oltre 120mila followers, mette in scena la fine di un talking stage interpretando lo scambio tra un ragazzo e una ragazza dove lui, dopo mesi di comunicazione, dichiara di non essere pronto per una relazione, in maniera prevedibile e banale ci fa capire l’attrice, ma esprime il desiderio di voler continuare a chattare. In un altro video, la tiktoker @keepupwithhopie ascolta canzoni tristi e romantiche al termine di un talking stage. La maggior parte dei video, tuttavia, consiste in guide al talking stage, dove principalmente ragazze (dato interessante in sé che suggerisce che le ragazze potrebbero essere più attente o perse durante il talking stage) elencano le regole, consigli e divieti. Alcuni esempi sono: 

– Il talking stage non deve durare più di un mese, quindi se la persona con cui stai chattando dopo un mese non ha ancora proposto di vederti e non ha accettato il tuo invito a farlo, chiudi la comunicazione. 

– Durante il talking stage non ci si deve comportare come dei fidanzati, quindi non essere troppo affettuosi, comprensivi, flessibili, non pretendere, non dare mai priorità all’altra/o, eccetera. 

– Non si devono ignorare le red flags, quindi se qualcosa dell’altro stona o non convince bisognerebbe sospendere immediatamente il talking. 

– Controllare di non essere vittima di catfishing, o simili, spostando la chat dalla dating app, al telefono alla videochiamata prima di incontrare le persone. 

– Non ignorare i segnali; se la persona in questione sembra assente e risponde meno o sempre meno, non insistere.

La generazione Y sembra essere più confusa riguardo alle regole del gioco o, perlomeno, mostra una maggiore difficoltà nel doverle seguire.

Gli stessi video spiegano che il secondo livello del gioco, dopo l’incontro, non è una relazione, un vero e proprio dating, ma possibilmente una situationship, cioè una relazione che non si può e deve definire come tale, dove lo stesso gioco del talking stage viene fatto dal vivo, possibilmente prima di stabilire i ruoli di fidanzato e fidanzati. 

Gli effetti di tale regime e stadi sulle persone possono includere: ansia da prestazione, solitudine, forme di egoismo, cali di autostima o fiducia nell’altro; ma nonostante tutto ciò, la gen Z sembra sapersi muovere con destrezza in questo mondo del dating, come dimostrano appunto i numerosi video, ironici e non, su regole, consigli e strategie. I gen Y, inevitabilmente anch’essi coinvolti nel mondo dell’online dating riportano esperienze, sofferenze e fatiche leggermente diverse e a volte peggiori. 

La generazione Y sembra essere più confusa riguardo alle regole del gioco o, perlomeno, mostra una maggiore difficoltà nel doverle seguire. Anche se apparentemente si impegnano con diligenza, le loro delusioni sono profonde e solitarie quando i talking stage in cui si imbarcano vengono vanificati da, per esempio, un mancato incontro dal vivo. I loro sentimenti di solitudine si acuiscono, la loro autostima si abbassa e la loro rabbia aumenta quando le loro aspettative non vengono soddisfatte, e ci sono molti modi in cui queste possono essere disattese. La persona con cui hanno chattato per settimane scompare in una nuvola di fumo prima dell’incontro, la persona si è presentata, in modo molto diverso da quello che sembra essere dal vivo, la persona era interessata solo a un singolo incontro, magari di una notte, e poi sparisce, e così via. D’altro canto, se la persona corrisponde alle aspettative e se si superano i primi incontri dal vivo si aggiunge un ulteriore livello di ansia che consiste nel superare la situationship

In sostanza, come i livelli di un videogioco, la fine del talking stage viene vissuta come il raggiungimento del secondo livello, e nonostante questo sia un successo, sembra di ricominciare da capo poiché i benefici ottenuti nel talking stage qui non contano più. Complessivamente, ciò rende il talking stage una sorta di tortura per la gen Y piuttosto che un passo normale del dating come lo è, più generalmente, per la gen Z che nonostante le critiche dimostra confidence e destrezza. 

La solitudine che si genera tra i membri della gen Y è più profonda forse semplicemente perché si trovano in una fase diversa della loro vita. In generale, mentre i ventenni o giù di lì sono abili nel saltare da un’opzione all’altra, la gen Y tendenzialmente è in cerca di stabilità e quindi è anche più esigente nei suoi desideri, e selezioni, con la conseguenza che meno criteri vengono soddisfatti dalle possibilità dell’online dating, maggiore è la loro disillusione. Forse, quindi, anche se la gen Y sull’app di incontri cerca di attenersi alle regole, come ad esempio “non pretendere/non avere aspettative”, non riesce realmente a farlo e soffre. 

In sostanza, come i livelli di un videogioco, la fine del talking stage viene vissuta come il raggiungimento del secondo livello, e nonostante questo sia un successo, sembra di ricominciare da capo poiché i benefici ottenuti nel talking stage qui non contano più.

Allo stesso tempo, sembra che la gen Y  non voglia rinunciare agli incontri online perché sono “facili”. È diventato troppo comodo incontrare persone online dal proprio divano, dalla distanza sicura di uno schermo, con la libertà di presentarsi esattamente come si vuole, evitando i glitch a cui l’immediatezza del mondo offline dà spazio, soprattutto in grandi metropoli frenetiche, esigenti e competitive. 

Ma, tutto sommato, se andiamo oltre le complessità della gen z, le delusioni della gen Y e le differenze tra le due, che cosa rivelano spazi socio-romantici come il talking stage sul mondo odierno e le realtà del dating, del conoscersi e dell’innamorarsi? 

Uno Spaccato sul Panorama Socio-Romantico nella Società Contemporanea

Il talking stage nel mondo dell’online dating offre preziosi spunti di riflessione sulla società contemporanea. In una società sempre più guidata dalle interazioni digitali, dove Internet ha facilitato le connessioni ma ha anche introdotto delle complessità, il talking stage riflette il bisogno di valutazione. Evidenzia un movimento verso approcci più cauti al dating, in quanto gli individui cercano sicurezza emotiva e compatibilità prima di tuffarsi in relazioni impegnate. 

Il talking stage rivela anche l’impatto dei social media e della tecnologia sulle connessioni umane, sottolineando l’importanza della comunicazione verbale e della connessione emotiva in un’epoca dominata dagli schermi e dallo swiping. In definitiva, tale stadio in un’era di online dating parla della ricerca di connessioni più profonde, della consapevolezza di sé e dell’autenticità in un panorama sociale in rapida evoluzione. 

Si potrebbe speculare che il talking stage spesso si prolunga, poiché gli individui esitano a impegnarsi, chiedendosi sempre se qualcuno di meglio possa essere a un passo da loro.

Tuttavia, se da un lato il talking stage offre dati preziosi sulla società contemporanea ed epoca moderna, dall’altro ne mette in luce alcuni aspetti negativi. Un aspetto negativo degno di nota è il paradosso della scelta. Con l’avvento delle dating apps, le persone si trovano di fronte a una serie schiacciante di opzioni, che portano a un fenomeno noto come paralisi decisionale. Si potrebbe speculare che il talking stage spesso si prolunga, poiché gli individui esitano a impegnarsi, chiedendosi sempre se qualcuno di meglio possa essere a un passo da loro. Questa costante ricerca dell’incontro perfetto può provocare un senso di insoddisfazione, aspettative irrealistiche e paura di perdere qualcosa. Un altro aspetto negativo è la tendenza al ghosting, che riflette una mancanza di empatia e di responsabilità, evidenziando la natura superficiale di alcuni legami online e la mentalità usa e getta che può prevalere nella società contemporanea. Infine il talking stage può esacerbare la tendenza al comportamento performativo e alla coltivazione di personalità online piuttosto che offline. Le persone possono sentirsi obbligate a presentarsi in un certo modo, evidenziando solo gli attributi positivi e nascondendo le vulnerabilità. Questo può creare un ambiente artificiale in cui la connessione genuina e l’autenticità sono sacrificate per il bene di proiettare una versione idealizzata di sé stessi, aumentando di conseguenza la sofferenza interiore.

Leggi anche:  Il bello della diretta social

In conclusione, lo spazio socio-romantico del talking stage riflette la società contemporanea, evidenziando il desiderio di cautela, la dipendenza dai social media e la ricerca di connessioni autentiche, ma anche la tendenza alla paralisi decisionale e all’uso superficiale delle relazioni, e a un comportamento performativo. 


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